P. Nosetti: Le secteur bancaire tessinois

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Titel
Le secteur bancaire tessinois. Origines, crises et transformations (1861-1939)


Autor(en)
Nosetti, Pietro
Erschienen
Neuchâtel 2018: Éditions Alphil
Anzahl Seiten
573 S.
Preis
URL
von
Angelo Rossi

La banca è in Ticino un’istituzione che risale all’Ottocento, al periodo in cui l’economia cantonale cominciò ad uscire dalla lunga fase semi-autarchica per indirizzarsi verso i mercati, in particolare verso l’emergente mercato nazionale. Come nel resto della Svizzera, anche in Ticino la banca ha due certificati di nascita. Dapprima nacque, all’inizio degli anni Trenta di quel secolo, come Cassa di risparmio. Nel 1861, invece, rinacque, per così dire, come Banca cantonale. La Cassa di risparmio era una banca sui generis, in quanto si limitava a raccogliere i modesti risparmi dell’economia cantonale per finanziare le attività dello Stato facendo pagare all’ente pubblico un tasso di interesse leggermente inferiore a quello che avrebbe dovuto versare indebitandosi presso i privati. L’attività della Cassa di risparmio era dunque limitata sia rispetto alla raccolta di capitali, sia rispetto al loro impiego. La Banca cantonale, che riprese quel che rimaneva della Cassa di risparmio, fu invece, sin dall’inizio, un istituto con sportelli aperti al pubblico, abilitato a condurre tutte le operazioni bancarie, limitatamente però al territorio del Canton Ticino.

È indubbio che lo sviluppo del settore bancario costituisca una parte importante della storia economica del Cantone degli ultimi 150 anni. Tuttavia sinora la banca ticinese non aveva interessato, in modo particolare, gli storici che si erano curati dell’Ottocento e della cosiddetta fase del decollo dell’economia ticinese. Non esisteva finora, nella bibliografia degli scritti storici sulla banca ticinese, un’opera che, come quella di Nosetti, si occupasse, ad un tempo, e della storia dello sviluppo degli istituti e di quella del settore, operando con due ottiche: la prima, diciamo così micro-economica, focalizzata sul funzionamento degli istituti; la seconda, più meso-economica, concentrata sull’analisi del rapporto tra le banche e lo sviluppo dell’economia.

La storia della banca ticinese di Nosetti che, è bene precisarlo, tratta dell’evoluzione di questo settore fino all’inizio del secondo conflitto mondiale, è divisa in tre parti. La prima è dedicata all’evoluzione dalla nascita della prima banca alla prima guerra mondiale mentre la terza illustra l’evoluzione nel periodo compreso tra le due guerre mondiali. Tra queste due parti dedicate all’evoluzione di un periodo abbastanza lungo si inserisce la seconda, che invece considera praticamente un solo avvenimento: il fallimento di due banche e la liquidazione di una terza, tutte sopracenerine, all’inizio del 1914. Perché dedicare uno spazio così importante all’esame della crisi bancaria del 1914? Pensiamo per due ragioni. In primo luogo per la portata della stessa. Ma poi anche perché la crisi del 1914 determinò, nei decenni che seguirono, una ristrutturazione profonda del settore bancario ticinese. Il testo di Nosetti è completato da 24 allegati statistici, tabelle e grafici, illustranti aspetti particolari dell’analisi.

Ma torniamo alla prima parte, vale a dire alla storia dell’evoluzione del settore bancario nella seconda metà dell’Ottocento e nel primo decennio del ventesimo secolo. Dal 1858 al 1903 vengono create in Ticino otto banche, quattro nel Sopraceneri, quattro nel Sottoceneri. Di questi istituti, oggi, non ne sopravvive nessuno. Il primo a sparire fu la banca Agricola Commerciale di Lugano, fondata nel 1903 e ripresa dal Credito Ticinese nel 1908. L’ultimo a cessare la sua attività è stata la Banca della Svizzera Italiana, fondata nel 1873 e ripresa da EFG International nel 2017. La storia delle banche ticinesi, prima del primo conflitto mondiale, è la storia dello sviluppo di questi otto istituti. La loro attività si distingue chiaramente in primo luogo per la diversa localizzazione, ma poi anche per caratteristiche che risalgono al management o alla missione assegnata a ciascuna di loro. Vi erano per esempio banche di emissione, ossia che emettevano moneta (almeno fino a quando, nel 1907, non fece la sua apparizione la Banca nazionale che ricevette il monopolio dell’emissione di moneta). Mentre vi erano banche che si concentravano sul mercato ticinese (la Banca cantonale doveva addirittura farlo per disposizione statutaria) o che erano attive anche in Italia o, addirittura, in questo periodo, negli Stati Uniti, in particolare in California. Nosetti presenta l’evoluzione di ciascuna banca analizzando le maggiori componenti dei suoi conti. In seguito cerca anche di fare il bilancio dei rapporti di queste banche con l’economia ticinese, da un lato, e con l’economia italiana dall’altro, sia per quanto riguarda la raccolta di capitali, sia, naturalmente, per quel che concerne il loro collocamento. Una delle caratteristiche del primo periodo di sviluppo dell’attività bancaria è rappresentata dal fatto che i rapporti con il mondo bancario di oltre San Gottardo, se si eccettua l’arrivo in Ticino di qualche dirigente, non sono molto importanti. La prima filiale di banca svizzera si istallerà in Ticino solo nel 1908. Per dare un’idea di come l’attività bancaria si sviluppa, tra il 1860 e la Prima guerra mondiale, ricorderemo che la cifra di bilancio complessiva crebbe da 4 milioni, nel 1860, a 145 nel 1910, vale a dire a un tasso annuale vicino al 7.5%. Nello stesso periodo la cifra di bilancio del settore bancario elvetico crebbe al tasso annuale del 6.1%.

La terza parte della storia bancaria di Nosetti concerne il periodo tra le due guerre mondiali. Come si sa, la Grande guerra doveva cambiare sostanzialmente la situazione in materia di politica monetaria per la Svizzera. All’uscita della stessa, infatti, cessava di esistere la cosiddetta Unione monetaria latina che aveva riunito Belgio, Francia, Italia e Svizzera per 50 anni circa attorno alla divisa francese imponendo praticamente una politica monetaria comune e tassi di cambio praticamente fissi. La Svizzera riacquistava quindi la capacità di dettare la propria politica monetaria e questo fatto, unito alle difficoltà economiche di cui soffrivano la maggioranza dei Paesi che avevano partecipato alla guerra, portò rapidamente a un rafforzamento del franco svizzero e all’estensione dell’attività delle banche svizzere oltre i confini nazionali. In questo periodo, inoltre, il settore bancario svizzero si assesta: nascono le grandi banche che hanno filiali in più Cantoni, viene creata l’associazione bancaria svizzera, la Banca nazionale si afferma adagio adagio anche come istituto di controllo dell’attività bancaria e, nel 1934, entra in vigore la prima legge sulle banche.

Anche se, come già era stato il caso per il periodo precedente la Prima guerra mondiale, continuava a disporre di risorse che superavano la capacità di assorbimento regionale, il settore bancario ticinese, memore del cataclisma del 1914, non seguì, nel periodo interbellico, la tendenza all’internazionalizzazione dell’attività delle grandi banche. È vero che, nonostante l’accresciuta prudenza nei collocamenti, si continuò a investire sia nel resto della Svizzera, sia in Italia. Ma, contrariamente al primo periodo di sviluppo, i mezzi investiti in Svizzera diventarono più importanti di quelli investiti in Italia. Anzi, l’Italia cominciò a diventare un fornitore di capitali avviando una tendenza che si svilupperà in proporzioni inattese dopo la Seconda guerra mondiale. In questo secondo periodo, la cifra di bilancio delle dieci banche esaminate da Nosetti, salì da 91 milioni nel 1914, a 265 milioni alla fine del 1939. Il tasso di crescita annuale della cifra di bilancio quindi si ridusse, anche per le difficoltà determinate dalla crisi economica mondiale della prima metà degli anni trenta, al 4.2%. Ma, a livello nazionale, la riduzione nel tasso annuale di crescita della cifra di bilancio delmeremo qui ricordando ancora che la sua storia delle banche ticinesi, di fatto, non ha che due limiti. Il primo è costituito dal fatto che l’analisi si ferma alla Seconda guerra mondiale, un paio di decenni prima della nascita della piazza finanziaria ticinese nelle dimensioni odierne. È da sperare che l’autore prosegua, una volta o l’altra, il suo sforzo e ci regali una continuazione della sua storia, esaminando anche i decenni del forte sviluppo del secondo dopoguerra. L’altro limite è rappresentato dal fatto che, per il momento almeno, il testo di Pietro Nosetti è disponibile solo in francese. La sua importanza è però tale che al lettore di lingua italiana non si può che raccomandare di fare il piccolo sforzo che gli verrà richiesto per leggerlo nella versione ora disponibile. (Angelo Rossi)

Zitierweise:
Rossi, Angelo: Rezension zu: Nosetti, Pietro: Le secteur bancaire tessinois, Origines, crises et transformations (1861-1939), Neuchâtel 2018. Zuerst erschienen in: Archivio Storico Ticinese, 2019, Vol. 165, pagine 151-154.

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Zuerst veröffentlicht in

Archivio Storico Ticinese, 2019, Vol. 165, pagine 151-154.

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